Quali sono le fasi dell’artrosi? Come si classifica l’avanzamento della malattia a seconda del tipo di lesione e il dolore a cui si accompagna?

L’artrosi al ginocchio è una patologia causata da un’infiammazione cronica del ginocchio: avviene perché gli strati cartilaginei dell’articolazione si deteriorano, fino ad andare incontro a un anomalo sfregamento del femore sulla tibia.
L’artrosi al ginocchio dipende da una serie di circostanze combinate tra loro, ecco alcuni tra i fattori di rischio principali:

  • obesità e fattori ereditari;
  • età avanzata, il fattore scatenante più comune perché fisiologico, dal momento che con l’incedere degli anni le cartilagini si indeboliscono e il corpo non riesce più a fronteggiarne il deterioramento. Il manifestarsi dell’artrosi è strettamente correlato con l’età, a partire dai 40 anni con massima incidenza fra i 75 e i 79 anni. Prima dei 45 anni le statistiche dicono che colpisce più gli uomini, dopo i 45 le donne;
  • operazioni pregresse per infortuni al ginocchio e al menisco, più diffusi negli sportivi che sono soggetti allo sforzo costante delle gambe e al sollevamento di pesi. Calcio, rugby, sci, tennis sono alcuni degli sport che registrano il maggior numero di infortuni legati al ginocchio. Chi si è già operato al menisco è più a rischio perché nell’operazione viene rimossa in parte o totalmente la cartilagine che funge da protezione della tibia.

Le tre fasi dell’artrosi

Il dolore causato dall’artrosi al ginocchio comporta rigidità articolare, arrossamento della pelle del ginocchio, scricchiolii, gonfiore con conseguente difficoltà nello svolgere anche i movimenti quotidiani più basilari, come scendere dal letto o salire le scale.

Si tratta purtroppo di una condizione irreversibile che tende a progredire ma può essere tenuta sotto controllo attraverso cure specifiche. Le lesioni del ginocchio, infatti, sono soggette a peggioramento, specie se non si diagnostica il problema in tempo e non si iniziano subito le cure.

Per classificare l’avanzamento dell’artrosi si distinguono tre fasi:

  • Fase iniziale con cartilagine edematosa: in questa prima fase è come se la cartilagine tentasse di rispondere a un tentativo di riparazione e la conseguenza è che la cartilagine stessa si fa più morbida, a causa di una diversa sintetizzazione del collagene (proteina che contribuisce alla salute ed elasticità di tendini, ossa e pelle).
  • Fase intermedia: in questa fase compaiono delle fessure superficiali e inizia il processo di degradazione della matrice extracellulare. La matrice extracellulare è coinvolta nei processi di comunicazione, proliferazione e sviluppo dei tessuti con cui viene a contatto, per cui quando si deteriora i tessuti si indeboliscono di conseguenza.
  • Fase terminale, dove la distruzione raggiunge gli strati profondi della cartilagine: a questo punto, l’artrosi è in una fase grave in cui l’osso sub condrale risulta esposto.

Gli stadi dell’artrosi si possono identificare tenendo in considerazione il danno articolare e misurandone l’entità attraverso le radiografie e la classificazione di Kellgren-Lawrence.
Si tratta di una scala di valutazione riferita proprio in particolare al ginocchio, che identifica 5 gradi dell’artrosi:

  • Grado 0: quando dalla radiografia non sono visibili modificazioni artrosiche.
  • Grado 1: quando emerge un restringimento dello spazio articolare con conseguente piccola formazione di osteofiti; gli osteofiti sono le escrescenze che si formano a livello delle articolazioni con ossa soggette a processi degenerativi cronici. Qui iniziano a comparire i primi sintomi di lieve entità, con dolori presenti all’inizio del movimento, ad esempio quando dopo essere stati seduti per un po’ si ritorna a camminare, ma che tendono a scomparire già dopo qualche passo.
  • Grado 2: formazione ancora limitata di osteofiti con possibile restringimento dello spazio articolare. Il paziente lamenta dolore e diminuisce la mobilità articolare.
  • Grado 3: sono presenti diverse formazioni osteofitosiche, anche se moderate, il restringimento dello spazio articolare è visibile e presenta sclerosi ossea iniziale non marcata. In questa fase il dolore limita i movimenti, anche quelli più semplici e quotidiani.
  • Grado 4: si registra un severo restringimento dello spazio articolare con deformazione ossea visibile e ampia formazione di osteofiti. A questo punto il paziente può arrivare a perdere totalmente la flessibilità e la normale funzionalità articolare, possono comparire deformità e lussazioni con deviazione del ginocchio (varismo o valgismo).

Quando la patologia si manifesta, se diagnosticata in tempo può essere curata con terapie di tipo conservativo e farmaci, per scongiurare l’intervento chirurgico che diventa l’unica soluzione nei casi più gravi, quando ormai la fase di prevenzione è stata superata.
Diversi studi hanno evidenziato come i trattamenti intrapresi al momento giusto possano evitare le protesi e mantenere alta la qualità di vita del paziente, che dovrà imparare a modificare le sue abitudini per limitare il danno e scongiurare problemi futuri.

Se sei un soggetto a rischio di artrosi al ginocchio per età avanzata, interventi pregressi al menisco, obesità e altri fattori ereditari non trascurare neppure il minimo segnale: se avverti dolore al ginocchio quando lo sforzi, ti pieghi, carichi pesi o sali le scale, prenota subito una visita. Scegli il modo con cui vuoi contattare il Dott. Regazzola per un consulto.

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