Artrosi del ginocchio
L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è una malattia degenerativa molto diffusa, di tipo progressivo, che consiste nell’indebolimento e nella degenerazione della cartilagine articolare fra femore e rotula o fra femore e tibia. Si classifica come monolaterale o bilaterale, a seconda che interessi una o entrambe le ginocchia. Più spesso colpisce soggetti di mezza età e anziani, ma può coinvolgere una fascia di età più giovane. In questo caso i fattori scatenanti possono essere diversi: familiarità, sovrappeso, gotta, sedentarietà, variazione dell’asse in valgismo e varismo (le ginocchia a X o arcuate), oltre ovviamente a lesioni articolari e fratture ossee. La lesione progressiva della cartilagine comporta dolore, limitazione nei movimenti e, nelle forme più avanzate, deformazione dell’articolazione.
Fasce di età
Solitamente sopra i 50 anni, con una incidenza maggiore nella popolazione femminile.
Cos’è il ginocchio / Anatomia
Il ginocchio è un’articolazione complessa collocata fra il femore (la coscia), la tibia (la gamba) e la rotula, che sostiene il peso del corpo e permettere i movimenti di estensione e flessione della gamba. La sua superficie è ricoperta dalla cartilagine articolare, che protegge le ossa dallo sfregamento reciproco. Una ulteriore protezione alla sua struttura è data dalla presenza di due cuscinetti di cartilagine, il menisco mediale e il menisco laterale, che fungono da ammortizzatori, facilitando i movimenti e proteggendo il ginocchio. L’interno dell’articolazione è ricoperto interamente dalla membrana sinoviale, che produce un fluido – il liquido sinoviale – in grado di lubrificare le strutture del ginocchio. A dare maggiore stabilità all’articolazione ci sono quattro robusti legamenti, due laterali (collaterale mediale (LCM) e collaterale laterale (LCL)) e due interni (crociato anteriore (LCA) e crociato posteriore (LCP).
I sintomi
In una fase iniziale, l’artrosi del ginocchio si manifesta con disturbi intermittenti, alternati a fasi asintomatiche. Per lungo tempo l’artrosi può presentarsi come un fastidio localizzato all’inizio del movimento (ad esempio dopo essere rimasti a lungo seduti o distesi) o mentre si scendono e salgono le scale. In alcuni casi, muovendo l’articolazione del ginocchio si sentono rumori simili a scatti o scrosci. Con l’avanzare della malattia i dolori aumentano man mano fino a un totale irrigidimento dell’articolazione. Quando l’artrosi è in uno stadio avanzato il ginocchio diventa instabile e può cedere improvvisamente.
Quando contattare il dottore?
Con la presenza di dolori localizzati al ginocchio ricorrenti e protratti nel tempo.
Gli strumenti per la diagnosi
Dopo la ricostruzione del quadro anamnestico, viene esaminata l’articolazione del ginocchio mediante test che valutano la mobilità e la funzionalità. L’indagine diagnostica primaria è la radiografia in carico del ginocchio in proiezione antero-posteriore, laterale, in proiezioni assiali di rotula e proiezioni di Rosenberg. Questi esami permettono una buona valutazione del ginocchio anche nelle fasi iniziali della malattia osteoarticolare. La Risonanza Magnetica Nucleare è indicata come esame di secondo livello per una valutazione più accurata dei menischi, della cartilagine articolare e dei legamenti. La Tomografia Computerizzata (TC) è utile per uno studio approfondito delle rotazioni e delle deformità del ginocchio e per una eventuale pianificazione di alcuni tipi di intervento.
Cosa fare in attesa della visita
Stare a riposo, assumere antidolorifici e farmaci anti-infiammatori non steroidei su indicazione medica. Applicare ghiaccio localmente, non a contatto con la pelle, per 5 minuti ogni 3-4 ore. Sono sconsigliate attività fisiche ad alto impatto.
Come prevenire l’artrosi del ginocchio
Un’attività fisica adeguata, finalizzata a rinforzare la muscolatura di supporto può aiutare a prevenire l’artrosi al ginocchio. Se possibile, bisogna ridurre (o evitare) carichi eccessivi e ripetuti, tenere sotto controllo il peso corporeo, e correggere vizi posturali, in particolar modo se si pratica sport ad alti livelli.
Terapie conservative
I danni alla cartilagine sono irreversibili, ma si possono mettere in atto delle terapie conservative che ne rallentano il decorso, con farmaci a base anti-infiammatoria. All’assunzione di farmaci va associato un attento controllo del peso e, se necessario, l’utilizzo di tutori ortopedici. Utili le terapie infiltrative con cortisonici, le infiltrazioni con acido ialuronico, la terapia rigenerativa con PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e cellule mesenchimali.