Le lesioni cartilaginee al ginocchio sono un problema comune tra le persone di tutte le età, ma particolarmente frequenti negli atleti e negli anziani. La cartilagine del ginocchio è un tessuto vitale per il corretto funzionamento dell’articolazione, supporta il peso corporeo e consente il movimento senza attriti tra le ossa e garantisce una corretta distribuzione del peso corporeo sulle superfici articolari. Quando questa subisce un danno, può causare dolore, gonfiore e difficoltà di movimento. Inoltre, la cartilagine, è un tessuto che presenta uno scarso potenziale riparativo e che diminuisce progressivamente con l’età. Analizziamo nel dettaglio cosa sono le lesioni cartilaginee e come curarle.

Come vengono classificate le lesioni della cartilagine del ginocchio?

Le lesioni cartilaginee al ginocchio possono essere causate da vari fattori: traumi acuti (caduta o uno scontro diretto), sovraccarico ripetitivo (sport ad alto impatto), degenerazione naturale legata all’età o patologie come l’artrite reumatoide.

    Le lesioni cartilaginee vengono classificate in base alla loro gravità:
    • Lesioni di I grado: la cartilagine è danneggiata ma non presenta alcun segno di frattura.
    • Lesioni di II grado: la cartilagine presenta una frattura parziale.
    • Lesioni di III grado: la cartilagine presenta una frattura completa che coinvolge l’intera spessore della cartilagine.
    • Lesione di IV grado: lesione a tutto spessore con esposizione dell’osso subcondrale.

Cosa fare in caso di lesione della cartilagine del ginocchio?

Il trattamento delle lesioni cartilaginee varia in base alla gravità e alla localizzazione del danno. Le opzioni di trattamento possono includere la terapia fisica, l’uso di antinfiammatori, iniezioni di acido ialuronico o l’utilizzo di terapie rigenerative o conservative, che vedremo in seguito. Il danno cartilagineo può interessare prevalentemente l’articolazione femoro-tibiale, l’articolazione femoro-rotulee o entrambe. Le radiografie sono importanti per lo studio dell’asse del ginocchio e la RMN aiuta a valutare meglio la lesione cartilaginea e lo stato dell’osso subcondrale. Solo in alcuni casi selezionati può essere necessario eseguire un’artroscopia diagnostica per valutare con certezza localizzazione, estensione e profondità della lesione.
Il chirurgo opterà per la migliore azione terapeutica basandosi sulla gravità della lesione, l’età e lo stile di vita del paziente. I pazienti che desiderano continuare a svolgere attività fisica ad alto impatto potrebbero aver bisogno di una tecnica chirurgica più avanzata rispetto ai pazienti che svolgono solo attività fisica leggera.

Tecniche di approccio alle lesioni cartilaginee del ginocchio

In caso di lesioni della cartilagine del ginocchio il professionista può ricorrere a due principali tecniche: chirurgia riparativa e chirurgia rigenerativa.

Ecco alcune tecniche di chirurgia riparativa:
Debridement artroscopico: procedura relativamente semplice e a basso rischio, generalmente eseguita in regime di day surgery. La maggior parte dei pazienti può tornare alle normali attività entro pochi giorni dopo l’intervento. Tuttavia, il debridement artroscopico non è sempre efficace per tutti i tipi di lesioni e patologie della cartilagine articolare del ginocchio.

Microfrattura: in artroscopia, con uno strumento simile ad un punteruolo si eseguono delle microperforazioni sull’osso subcondrale, non più ricoperto di cartilagine. Queste perforazioni portano l’osso subcondrale a sanguinare e quindi a portare fattori di crescita stimolanti la formazione di un tessuto simil cartilagineo detto fibrocartilagine. I pazienti sottoposti a microfratture dovranno osservare un periodo di scarico articolare di circa 40 giorni.

Tecniche di chirurgia rigenerativa:

AMIC (Autologous matrix-induced chondrogenesis): la procedura AMIC inizia con la rimozione della cartilagine danneggiata dall’articolazione del ginocchio. Successivamente, una matrice tridimensionale di collagene purificato viene posizionata all’interno dell’area danneggiata della cartilagine. La matrice è costituita da un materiale biologico che fornisce un ambiente favorevole alla crescita di nuove cellule cartilaginee.
Successivamente, vengono prelevate cellule staminali dal midollo osseo del paziente e coltivate in laboratorio. Queste cellule staminali vengono poi iniettate nella matrice di collagene per stimolare la crescita di nuovo tessuto cartilagineo. La procedura può essere utilizzata per trattare una varietà di lesioni e patologie della cartilagine articolare del ginocchio, compresa l’osteoartrosi.

ACI, Trapianto di condrociti autologhi (autologous chondrocyte implantation): questa tecnica prevede l’utilizzo di cellule cartilaginee prelevate dal paziente stesso e coltivate in laboratorio per poi essere reimpiantate nell’articolazione del ginocchio.
La procedura ACI inizia con la rimozione di una piccola quantità di tessuto cartilagineo sano dall’articolazione del ginocchio del paziente. Queste cellule cartilaginee sane vengono quindi inviate in laboratorio, dove vengono coltivate per circa 4-6 settimane.
Una volta cresciute abbastanza cellule, il chirurgo ortopedico esegue una seconda procedura chirurgica per reimpiantare le cellule cartilaginee nel ginocchio del paziente. Durante questa procedura, viene praticato un piccolo foro nell’area danneggiata della cartilagine articolare e le cellule cartilaginee coltivate vengono impiantate all’interno del foro. Successivamente, viene posizionato un tessuto biologico sopra le cellule impiantate per proteggerle e fornire un ambiente favorevole alla loro crescita.

MACI (matrix-induced autologous chondrocyte implantation): rappresenta la stessa procedura descritta per la tecnica ACI con la differenza che il tessuto coltivato in laboratorio viene adagiato su una membrana di matrice ialuronica o collagenica.

Innesto osteocondrale autologo, mosaicoplastica: l’innesto osteocondrale autologo prevede il prelievo di un piccolo cilindro di tessuto cartilagineo e osseo sano dall’articolazione del ginocchio del paziente. Questo cilindro viene quindi impiantato nell’area danneggiata dell’articolazione del ginocchio, fornendo una superficie liscia e uniforme per il movimento articolare. La procedura può essere eseguita tramite chirurgia aperta o artroscopica e richiede una lunga fase di recupero. La mosaicoplastica, invece, utilizza piccoli pezzi di tessuto cartilagineo e osseo sano prelevati da un’area non portante dell’articolazione del ginocchio del paziente e li impianta nell’area danneggiata. Questi pezzi vengono posizionati come una sorta di mosaico per creare una superficie liscia e uniforme nell’articolazione del ginocchio. Entrambe le tecniche sono considerate efficaci per il trattamento di lesioni della cartilagine articolare del ginocchio di dimensioni limitate.

Scaffold osteocondrali o protesi biologiche: questo trattamento consiste nell’impianto di strutture sintetiche che vanno a ricostruire la parte ossea subcondrale e la cartilagine. L’organismo le riconosce e le cellule riabitano queste strutture ricreando osso e cartilagine. Questo trattamento è consigliato in pazienti selezionati con ampie lesioni cartilaginee. L’intervento è eseguito con tecnica mini invasiva, rimuovendo solo la parte osteocondrale malata e sostituendola con la protesi biologica. Il recupero post operatorio richiede alcune settimane prima di iniziare a camminare. La fase di recupero può richiedere alcuni mesi.

Le lesioni alla cartilagine del ginocchio sono problematiche frequenti per diversi soggetti, esistono però differenti tecniche e metodi per agire in maniera tempestiva sul dolore e sulla difficoltà motoria. Se anche tu sei soggetto a lesioni della cartilagine rivolgiti al Dottor Regazzola, sarà in grado di indirizzarti verso la soluzione più conforme alla tua problematica. Prenota ora una consulenza, non aspettare!

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